DIAFANIA

     È uno dei neologismi più belli che troviamo negli scritti di Teilhard, dal greco: διαφάνεια - diafania: una parola che in greco ha un significato ben più ricco di quanto troviamo nel nostro "diafano", che col suo significato di "parzialmente trasparente", ne impoverisce il contenuto... διαφάνεια indica una realtà che è totalmente "trasparente", ma è anche "infocata-ardente" ed è anche "evidente-manifesta".
 Teilhard dà alla parola "diafania" tutt'e tre questi significati, per indicare che, attraverso l'Incarnazione, Dio non si è solo manifestato al mondo (questo il significato etimologico della parola "epifania"), ma vi abita e vi diventa trasparente allo sguardo del mistico, capace di cogliere l'Universo come il vero "Ambiente Divino" nel quale e attraverso il quale, Dio si manifesta e da questa scoperta nasce una fede ardente come fuoco.
 È nel "Milieu Divin", scritto durante i primi anni del suo soggiorno in Cina, che Teilhard mette a fuoco in modo organico questo importante concetto, peraltro già presente 'in nuce' fin dai primi saggi raccolti sotto il nome di "Écrits du temps de la Guerre".
Scrive Teilhard nel "Milieu Divin": "Se mi è permesso di modificare leggermente una parola sacra, diremo che il grande mistero del Cristianesimo non è specificatamente la Comparsa ma la Trasparenza di Dio nell'Universo. Oh! sì, Signore, non solo il raggio che affiora, ma il raggio che penetra. Non la tua Epifania, Gesù, ma la tua diafania" (Teilhard, "Le Milieu Divin", Pechino, 1927-28, Vol.IV, pag. 162).
 L'Universo lascia trasparire Dio, e la parola "Diafania" esprime questa realtà ardente e quasi tangibile, meglio - dice Teilhard - che non la parola "Epifania", che indica la manifestazione di Dio nella storia attraverso Gesù il Cristo. Gli esseri viventi, ci dice ancora Teilhard, non sono solo spettatori di questa "diafania", ma ne sono parte integrante.
 C'è una bella lettera di Teilhard, scritta proprio nel momento in cui egli stava riflettendo sul concetto della "diafania" e indirizzata, a mo' di auguri per il nuovo anno, a una delle sue più colte e stimolanti corrispondenti, la filosofa Leontine Zanta, che ce lo dice:
 "Cara amica, ci sia concessa la visione corroborante della misteriosa Diafania (preferisco questa parola a Epifania...) con cui il Cristo universale illumina il fondo unico e superiore delle cose, per agire su di noi attraverso di loro e per attirarci alla loro sommità comune!" (Teilhard, "Lettres à Léontine Zanta", 10 gennaio 1927, pag.81).