Teilhard de Chardin ha una fede incrollabile in un Dio persona con il quale può comunicare e che pur restando del tutto assoluto è in continuo rapporto con l’essere partecipato, con l’universo nel suo divenire. Questo perché è un Dio d’amore e poiché l’amore non rimane mai immobile, ma dona, ecco che Dio dà quello che ha, o meglio quello che lui stesso è. “Io sono colui che sono” (Esodo 3, 13-15) e dà la vita. E questo senza alcun limite “Il suo amore è per sempre.“ (Salmo 136).
E il dono dell’essere che Dio elargisce da sempre e per sempre si manifesta nell’energia creante che lentamente ha portato e continua a portare alla luce e a reggere tutte le cose. Teilhard non utilizza mai nei suoi scritti il termine, ormai diventato abituale, di Big-bang per definire l’inizio del processo evolutivo. Anzi mette decisamente in guardia dal far coincidere il big-bang che gli scienziati legittimamente osservano, con l’inizio della creazione, definendola una “illegittima contaminazione tra piano fenomenico e piano metafisico”. “L’Universo si trova sospeso al Divino fin nelle midolla del suo essere”, anche se Dio, proprio perché amore, rispetta la libertà dell’essere partecipato dandogli la possibilità che “le cose si facciano”. E le cose si fanno grazie ad un gioco costante che vede in campo due forme diverse di energia che Teilhard definisce una Energia Radiale l’altra Energia Tangenziale. Procedendo da un nulla che per il nostro pensatore non è un nulla assoluto, ma un insieme di potenzialità che partendo da una infinita molteplicità tendono all’estrema unità.
Le due energie succitate lavorano obbedendo l’una, la Tangenziale, alle leggi della termodinamica, l’altra, la Radiale, che viene anche dall’Autore definita “l’interno delle cose” o anche “energia psichica”, inducendo negli esseri che si evolvono una sempre maggior complessità. Fin dagli inizi della storia del mondo siamo di fronte a una dualità dove i componenti esercitano ciascuno un ruolo specifico, ma indispensabile perché anche l’altro possa realizzare il suo. Distinti ma correlati, solo insieme il radiale e il tangenziale concorrono a far emergere gradatamente i vari piani del reale, da quello della materia, a quello della vita, a quello del pensiero riflesso, a quello della mistica, e sorprendentemente da ciò scopriamo come da sempre sia stato e continui ad essere necessario il principio della “relazione” e della “collaborazione”.