PIU' ESSERE

     Troviamo questa espressione proprio nelle primissime righe di quella che è, insieme al "Milieu Divin", una delle opere più importanti e complete di Teilhard: "Le Phénomène Humain".
 Vale la pena riportarle integralmente perché sono illuminanti: "Queste pagine - scrive Teilhard nel Prologo - rappresentano il tentativo di vedere e di far vedere, ciò che l'Uomo diventa e ciò che l'Uomo esige, se lo si pone, nella sua interezza e sino alle estreme conseguenze, nel quadro delle apparenze. Perché cercare di vedere? E perché volgere più specialmente lo sguardo verso l'oggetto umano?
 Vedere: si potrebbe dire che, in questa parola, è racchiusa tutta la vita, nella sua essenza almeno, se non nella sua finalità. Più essere è unirsi di più: in questa frase possiamo trovare la sintesi e la stessa conclusione di questa opera, ma, avremo in seguito occasione di constatarlo, l’ unità cresce solo se è sorretta da un accrescimento di coscienza, vale a dire di visione." (Teilhard, "Le Phénomène Humain", Pechino, 1938-1940, Vol.I, pag.25).
 Per Teilhard, la storia dell'universo e della vita descritta dalla scienza, è quella di un aumento della complessità e della coscienza: dal Big Bang al minerale, quindi alla vita autonoma e gradualmente cosciente negli animali superiori, infine, nell'umanità stessa, al culmine della complessità con l'ascesa del pensiero, uno stesso processo è all'opera e continua a progredire.
 La coscienza è l'obiettivo dell'evoluzione. Il mondo è un essere in crescita e che balbetta nell'uomo le sue prime parole. Tutto ciò che avanza, converge verso lo Spirito. L'uomo - in questo processo - appare come la freccia dell'Evoluzione.
 Pertanto, se per la filosofia antica, "essere" era soprattutto sapere, per la filosofia moderna "essere" significa evolversi, crescere anche spiritualmente, insomma: "essere di più". Il progresso scientifico è, per Teilhard, l'espressione stessa dello sforzo evolutivo dell'uomo, uno sforzo, che non mira semplicemente a mantenersi in vita, a durare, ma ad "essere di più", non solo a sopravvivere, ma semmai a "più-vivere".