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Lo stile sapiente, ma anche altamente lirico, di Teilhard de Chardin, testimonia come l'espressione di concetti nuovi e soprattutto la descrizione di una realtà in divenire non possa essere affidata ad un linguaggio freddamente scientifico o rigorosamente filosofico, ma richieda l'uso di espressioni metaforiche, che permettono di superare affermazioni ormai sclerotizzate, per portare il lettore "al di là" di esse verso nuove intuizioni. "Nel processo ermeneutico che attraversa la storia del pensiero, la metafora è uno strumento che aiuta a scalfire la verità, a trarne frammenti che, per tramite suo, diventano esprimibili e vanno ad aggiungersi al patrimonio di conoscenza già acquisito". La forza creatrice del linguaggio in Teilhard assume portata cosmica. L'autrice dimostra come, in una traiettoria unica che va dal reale al soprannaturale, egli giunga, proprio grazie al suo linguaggio poetico (e non nonostante, come talvolta è stato con superificalità sostenuto), a trasportarci da un universo all'altro, in un percorso di scoperta che ci fa conoscere, secondo un'espressione di H. Blumenberg, "con quale 'coraggio' lo spirito si espone allo scoperto nell'arditezza delle sue immagini e come in questo coraggio di arrischiare progetta la sua storia".
